QUARESIMA 2006
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-V° DOMENICA DI QUARESIMA | Sassari 02/04/2006 |
Scarica l'omelia di questa domenica del parroco don Costantino nella sezione "la VOCE"
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Nel Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima tratto dal brano dell'evangelista Giovanni emerge una frase molto bella e significativa pronunciata da alcuni Greci che si trovavano a Betsaida di Galilea e rivolta a Filippo: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Una frase che possiamo ricollegare con domenica scorsa, quando l'invito principale delle letture era quello di chiedere il perdono a Dio attraverso il Sacramento della Riconciliazione. Infatti, dopo aver ricevuto la Grazia e la Misericordia del Padre, dobbiamo anche noi (come quei Greci) avere il desiderio di voler vedere Gesu. Ma com'è possibile? Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo.
Ricordiamo anche una persona che ha fatto conoscere al mondo come seguire Gesù nella gioia e nella sofferenza, il Santo Padre Giovanni Paolo II che proprio oggi un anno fà, alle ore 21:37 ritornò alla casa del Padre.
PRIMA LETTURA
Geremia 31,31-34
«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore.
Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».
SECONDA LETTURA
Dalla lettera agli Ebrei 5,7-9
Cristo, nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
VANGELO
Giovanni 12,20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo.
Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarà elevato da terra, attirerò tutti a me».
Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
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